giovedì, dicembre 11, 2008

Tra Burzum e Cesare Ragazzi a.k.a. Non ho l'età

Invecchiare, si sa, è una gran brutta roba. Così, per sentirmi ancora una volta il giovane di belle speranze che da tempo non sono più, ho deciso di andare al concerto di uno di quei gruppi che ho iniziato ad ascoltare quando ancora avevo il moccio al naso. E non certo un'orchestrina - la chiameremo così, orchestrina - dedita alle lodi del Signore o a carole natalizie, bensì i cari, vecchi, svevi, luciferini Entombed. Che qui in Francia - e mi stupirei del contrario - si chiamano "Ontombéd".

Il suddetto sciò era previsto in un paesino inesistente a qualche km da Aix, tra l'altro in un locale sfigato e tragicamente fuori mano, che mi ha fatto dubitare fino all'ultimo che tutta la storia del concerto fosse un pesce d'aprile fuori stagione. In ogni caso, non essendo provvisto di auto ed essendo il servizio di bus piuttosto carente, mi sono presto reso conto che avrei dovuto affidarmi soltanto alle mie doti di instancabile marciatore. Tutto questo, tra l'altro, mi ricorda una notte di un tempo remoto - che spero cadrà tosto nell'oblio - quando, per vedere un concertino sfigato di qualche gruppo sicuramente votato alla rovina, il sottoscritto intraprese una marcia di 12 km lungo una statale sprovvista di lampioni e marciapiede in compagnia di un fido sodale di cui, per ovvie ragioni, non farò il nome: dirò soltanto che intrattiene una sorprendente somiglianza con Ringo Starr e Sean Penn. 

E così mi sono incamminato sotto una pioggia battente - troppo facile con il bel tempo! - ma fortunatamente, se escludiamo le scarpe da ginnastica completamente a mollo, l'impresa si è rivelata meno critica del previsto, complici l'illuminazione a giorno e la presenza (quantunque a singhiozzo) di simil-marciapiedi. Sono rimasto subito colpito dall'esiguo pubblico in attesa fuori da una specie di hangar, nonché dal fatto che esista ancora qualcuno che ha il coraggio di mettersi una maglietta di Burzum [per quei fortunati che non hanno dimestichezza con il metallo e quel che ci gira intorno, trattasi dell'ex mente (...) di una pessima one-man band black metal norvegese, all'anagrafe Varg Vikernes, che, non contento di aver mandato al creatore il suo migliore amico, di essere finito a vedere il sole a scacchi e di irradiare dalla galera deliri pagano-nazisti, ha recentemente dichiarato di aver chiuso con la musica metal in quanto "ha radici nella musica negra", N.d.A.].

Quando si va a vedere qualche pezzo grosso, ahimè, bisogna sottoporsi alla deprecabile pratica dei gruppi di apertura, che spesso si traduce in un vero e proprio martirio. Nella fattispecie, un gruppo death di una noia - è il caso di dirlo - mortale e uno grindcore dalle capacità tecniche a dir poco imbarazzanti, con un cantante palestrato che sembrava un Costantino Vitagliano di un metro e cinquanta, ma un chitarrista che, devo ammetterlo, aveva dei capelli bellissimi. Chissà che balsamo usa... avrei dovuto chiederglielo.

E poi è il turno dei nostri, dei riffoni pesanti e dell'odio viscerale per la Buona Novella. Peccato che abbia capito di non aver più l'età per queste cose quando, nonostante sia un fan più sfegatato di Prometeo, ho cominciato ad avvertire un persistente dolorino alla schiena e sono per lo più rimasto con le mani in tasca per tutto il concerto. Senza contare che mi ero portato anche i tappi per le orecchie e li ho usati, eccome. Inoltre mi facevo spesso e volentieri distrarre da sinuose amadriadi di pelle nera (poco) vestite, chiedendomi dove queste creature deliziosamente demoniache si nascondessero durante il giorno. 

Com'è mia perniciosa abitudine, inoltre, mi sono permesso di fare alcune osservazioni.
  • Anche la calvizie, come l'età, è una piaga sociale che non ha risparmiato i capelloni più convinti, nemmeno il buon Lars Göran Petrov e Olle Dahlstedt, che da quarantenni quali sono sfoggiavano imbarazzanti pelatine a malapena celate da sbuffi di cheratina filiforme. E poi, mai viste tante teste rasate - e non per scelta - a un concerto... dava l'impressione di essere capitato per sbaglio a una riunione dello White Power.
  • Non ho rinunciato al mio pessimo vizio di trovare sosia dovunque vada. Quasi dimenticavo, il chitarrista degli Entombed è identico a un giovane collega calabro-verbaniate esperto di sciamanesimo nella Cina antica.
  • I metallari locali, contro ogni aspettativa, sono tutti gentili e profumatini, infinitamente più dei loro conterranei senza il chiodo. Ogni tanto mi arrivavano certe potenti zaffate di eau de toilette che sembrava di essere a una sfilata di Dior. Certo, però, non si può pretendere che rinuncino alle leziose e deprecabili usanze proprie della loro etnia, e allora 'sti bisonti di due metri coi capelli al culo via tutti a sbaciucchiarsi come delle liceali, mentre dappertutto risuonava l'odioso "on se fait la bise?"
All'uscita dall'hangar, mentre una specie di servizio d'ordine mi dà gran pacche sulla spalla dandomi appuntamento alla prossima, una minuta amadriade dalla chioma rosso fuoco mi caccia in mano un flyer fittamente ricoperto di rune e simboli celtici. Come scoprirò una volta a casa - leggi: dopo un'altra oretta di marcia singin' in the rain - trattasi dell'annuncio di un festival molto particolare il cui testo vi riporto, per dovere di cronaca e maiuscole comprese, in una fedele ancorché frettolosa traduzione:

CERNUNNOS PAGAN FEST 2008
Molto più di un festival tradizionale: è una vera e propria festa medievale nel cuore di Parigi, con il suo banchetto Barbaro. 15 gruppi di Metal Pagano e di musica Medievale Tradizionale su 2 palchi, un ristorante medievale (vettovaglie e beveraggi), 3 spettacoli, stand, animazioni ambulanti, giocolieri, maghi, trampolieri, giochi barbari con ricchi premi in palio e tante sorprese...

Ecco, i giochi barbari e le tante sorprese le lascio pure a una gioventù nostalgica di un passato che non le appartiene - e, del resto, che appartenga a qualcuno è tutto da vedere. Ragazzi miei, non basta aver passato l'infanzia a leggere Astérix per essere celti, galli o chi cazzo per essi. Chi si ricorda dell'odontotecnico Calderoli e del suo matrimonio celebrato secondo il rito celtico e con tanto di coroncina d'edera, peraltro miseramente naufragato? E il dio Po nell'ampollina dove lo mettiamo? Ah, l'invenzione della tradizione...

Considerazioni identitarie a parte, resta da capire come gli Intombati - che peraltro non si sono risparmiati, suonando come si deve, attaccandoci pure un succoso bis e fermandosi a lungo a chiacchierare con quelli che potrebbero essere loro figli - si siano ridotti a suonare davanti a quattro gatti in una specie di sottoscala di provincia. Tra l'altro non avrei mai nemmeno saputo dell'esistenza di questa data se non fossi capitato per caso su internet sul sito del locale. In città nemmeno un manifestino, un messaggio in codice, un coupon, un segnale di fumo a intermittenza, niente. Però quando viene qualche oscura compagine di scimmie nemmeno troppo antropomorfe, che si limita ad accendere un campionatore e a blaterarci sopra, lo fate sapere anche in Groenlandia, eh stronzetti? 

Comunque ho deciso: se gli acciacchi me lo permettono, a febbraio vado a Marsiglia a vedermi quei crucchi del cazzo dei Kreator. Mille Petrozza for president. Jawohl.


Playlist
  • Entombed - Left Hand Path
  • Entombed - Clandestine
  • Entombed - Wolverine Blues
  • Entombed - DCLXVI: To Ride, Shoot Straight and Speak the Truth
  • Entombed - Morning Star
  • Entombed - Serpents Saints - The Ten Amendments

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