giovedì, ottobre 23, 2008

Si stava meglio quando si stava peggio A.K.A. si stava peggio quando si stava da culo

Mie dame e miei siri,

lungi da me il volere, o anche solo il potere, aggiornare i gentili lettori sulle peripezie che mi hanno visto protagonista, per lo più inconsapevole, nella settimana seguita al mio rientro ad Aquae Sextiae. Come diceva Schleiermacher - o era Pingitore? - c'è un tempo per ogni cosa, uno per vivere e uno per morire, uno per ridere e uno per piangere, uno per la dieta e uno per Giuliano Ferrara, e forse un giorno anch'io riprenderò la penna per una rassegna più dettagliata dei fatti.

Nel frattempo vi basti sapere che ho trovato casa ma che, malheureusement, sarà disponibile solo a partire dal primo novembre - e, per inciso, a prezzo di estenuanti ricerche, nonché di innumerevoli e fastidiosissime scartoffie burocratiche. Dopo essere sbarcato e aver passato qualche giorno chez un paio di amichetti, il mio sempiterno e irreprimibile desiderio di autonomia mi ha spinto, in attesa del gran giorno del trasloco, a cercare una nuova, provvisoria e soprattutto economica sistemazione. Sistemazione che ho trovato tra le accoglienti lenzuola del regio ostello della gioventù di Aix-en-Provence, a poche fermate di bus dalla città che sempre nei nostri cuori sarà.

Ed è proprio la permanenza più o meno prolungata in un ostello della gioventù, esperienza che mi mancava da alcuni anni, che mi ha offerto lo spunto per una riflessione che or ora vi costringerò, per usare un gallicismo, a parteggiare con me. L'ostello offre, infatti, l'opportunità di incontrare una fauna del tutto eterogenea e meritevole di essere studiata dal punto di vista eto-etno-bio-antropologico. Nella fattispecie, fino a questo momento sono passati per la mia stanzetta, più o meno nell'ordine:

  • Yayr, taciturno studente di filosofia israeliano, debitamente circonciso ed evidentemente fuoriuscito di fresco dal Mossad o perlomeno dalle sacre armate di Sion, a giudicare dal fisico statuario e dal cranio regolarmente sottoposto a coscienziosa tonsura. Conta di guadagnarsi da vivere insegnando ebraico a Marsiglia, dove pensa di ottenere la protezione della nutrita comunità giudaica contro eventuali attacchi antisionisti da parte della dominante popolazione maomettana. Una sera, davanti alle ultime due Heineken rimaste nel frigo del bar, mi ha edotto, con grande dovizia di particolari, sulla storia dello stato di Israele dalle origini ai nostri giorni e sull'attuale stato del conflitto israelo-palestinese, concludendo con un'appassionata difesa del muro divisorio.
  • Dimitri, ingegnere australiano nano e calvo dalle difficilmente camuffabili origini elleniche e dall'accento semi-inintelligibile, nonché ciclista impegnato in un tour solitario in giro per l'Europa. Di fronte alla rottura di un pezzo del telaio, che non ha potuto riparare essendo lunedì - è più facile pensare che Sarkozy risolva la crisi bancaria piuttosto che trovare un qualsivoglia negozio aperto a Aix nel primo giorno della Santissima Settimana - il buon Dimitri non si è perso d'animo e ha riparato il pezzo con spago e reggette di plastica, un vero lavoretto di fino che ho avuto modo di toccare con mano. Peccato che non abbia dato prova di uguale perspicacia la sera che, di ritorno da una giornata su e giù a pedalare per i colli di Provenza, ha lasciato le scarpe da bici seminascoste sotto il letto, lasciando noi altri occupanti confusi circa la causa dell'olezzo prima che ne potessimo individuare l'epicentro.
  • Farid, francesino delle Alpes di origine marocchina nonché sosia scuretto di un mio vecchio coinquilino ai tempi della SSLMIT, rimasto appiedato dalle parti di Aix a causa della repentina morte della sua Fiat antidiluviana. Invece di pensare a tornare a casa, ha deciso di restare a Aix e cercare un appartamento, un lavoro e una macchina nuova. Differenze culturali nella progressione logica, evidentemente, già parzialmente descritte in uno scritto apocrifo di Lévi-Strauss intitolato "Dei fattori che intervengono nel processo di elaborazione dei nessi eziologici nelle differenti culture con particolare riferimento alle tribù della Francia sud-orientale, ovvero perché c'è chi non capisce una fava". 
  • David, serioso ingegnere - un altro... - di Stoccarda in viaggio verso casa dopo uno stage a Tolosa, la cui teutonica capacità di sopportazione, nel giorno del suo arrivo, è stata messa a durissima prova da ore di attesa sotto il diluvio fuori dall'ostello. La facility, infatti, è ermeticamente chiusa ed evacuata a forza dalle 10 del mattino fino alle 17, e lui è arrivato verso mezzogiorno. Ancora aperto il dibattito sul perché non sia andato, nel frattempo, a farsi un giro in città. Comunque stiano le cose, mosso a pietà mi sono offerto di accompagnarlo a fare un giretto serale dans la ville con annessa pausa falafel dal libanese di fiducia - ammesso che davvero si possa accordare fiducia a un personaggio di siffatta estrazione. In tale occasione ho avuto modo di constatare che l'ingegnere aerospaziale David ha passato 5 minuti buoni a ripiegare con cura certosina le varie carte oleate dell'involto che conteneva il suo doppio hamburger con patatine prima di riporle, con altrettanta attenzione, nel sacchetto di plastica unta e indi nell'apposito cestino destinato al conferimento dei rifiuti.

A questi personaggi degni di menzione (e di minzione) vanno aggiunti, in ordine sparso, un francese tatuatissimo, bucherellato e con un enorme ananas sulla testa, spacciatosi per belga perché - a quanto pare - l'ostello non accetta francesi; una scolaresca di apparenti diciassettenni in continua crisi di astinenza da nicotina; e infine una montréalese con fastidiosi pomelli rossi da giovane ariana e con un accento inascoltabile che non fa che ricordarmi le fisime linguistiche della mia ultima ex, da me piantata perché, tra le altre cose, troppo filo-nordamericana (ma credo che l'esito sarebbe stato identico anche sostituendo "filo-nordamericana" con "filo-sudamericana", "filo-africana" o "filo-oceanica"). Solo Lucifero sa chi mi ritroverò in camera stasera, per cui non escludo sensazionali aggiornamenti a questa già agghiacciante lista.

Volevo lasciarvi con una riflessione di Montaigne o con un pensiero di Pascal, ma forse la cosa migliore è che chiuda con l'orgoglioso canto dei tifosi marsigliesi all'indirizzo degli esecrati parigini: "Parisien on va niquer ta mère, sur la Cane-Cane-Cane-Canebière!"

Parce que vous le valez bien.

Playlist:
  • Chthonic, Seediq Bale
  • The Black Dahlia Murder, Nocturnal
  • Willoughby, I Know What You're Up To
  • Blue Cheer, OutsideInside
  • Impaled Nazarene, Manifest

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