giovedì, marzo 27, 2008

Activité suspecte bloquée pour votre protection a.k.a. nique ta race, hé gorille!

Le ragioni profonde del mio prolungato ancorché incolpevole silenzio non vanno cercate in un morbo improvviso che mi abbia lacerato nel corpo o nello spirto, né - hélas! - nella caduta del sottoscritto in una rete intessuta da qualche fascinosa pulzella d'Orléans. Nulla di tutto questo: molto più prosaicamente, la tecnologia è venuta ancora una volta da me a reclamare il suo tributo di sangue e, aggiungerei, di irripetibili bestemmie .

Una bella sera, rientrato a casa pieno di soddisfazione dopo una giornata proficua atque concludente, mi accingo a riaccendere il portatile per deliziarmi con un sottofondo musicale che mi renda meno gravose le faccende domestiche. A questo punto si scatena l'inferno. Il computer inizia ad accendersi e spegnersi in loop, mentre il momento di ogni decesso è segnato dal fulmineo apparire e sparire del tristo e illeggibile schermo blu del messaggio di errore. Alla fine di una serata trascorsa tra disperati e infruttuosi tentativi di rianimazione, mi metto il cuore in pace e inizio a sfogliare le pagine gialle del 2006 alla ricerca di un centro di dépannage.

Al risveglio da una notte tormentata da incubi e succubi mi dirigo verso quella che, tra le varie opzioni riparatorie, mi sembra la meno suscettibile di rifilarmi qualche insederata, sperando che l'esercizio sia tuttora attivo. Fortunatamente o meno, attivo lo è ancora: spiego il problema a Fred - una scimmia antropomorfa di stazza medio-enorme che si esprime in un francese gutturale e che sembra avere serie difficoltà nel comprendermi - e lascio il povero Acer in clinica nell'attesa di un cenno da parte del primate.

Il cenno sì atteso giunge due giorni dopo, mentre mi trovo in biblioteca - corro fuori per rispondere e mi attiro le feroci reprimende della bibliotecaria, che mi insegue dicendo che non si può usare il cellulare... la prossima volta faccio come tutti gli altri, parlo tranquillamente seduto al mio bel tavolo come se nulla fosse - ed ecco il tragico bollettino: i dati non sembrano correre rischi, ma in compenso il disco duro è morto e va sostituito. Segue una serie di improperi prontamente indirizzati al pantheon di tutti i credi di cui sono a conoscenza, ma senza pc non posso vivere, perciò dico alla scimmia di procedere all'operazione.

Durante i lunghi giorni del ricovero la mia esistenza è stata inghiottita da un buco nero supermassiccio. Oltre a non poter né lavorare, né ascoltare musica, né - massima privazione! - giocare a Spider, mi sono visto costretto a visionare la posta sui rari computer pubblici della biblioteca, degli scatoloni con dentro tre programmi in croce e una gran testa di cazzo, con quelle tastiere escrementizie che usano i Galli, dove i tasti sono tutti scombinati e le battute vagano senza controllo in giro per lo schermo... un'autentica disperazione.

Il ritorno a casa del portatil prodigo non è stato meno doloroso. Oltre, naturalmente, al salasso in termini monetari operato da Fred - spero che le banane ti vadano tutte di traverso, e non necessariamente in gola - la cosa peggiore è stata la constatazione che - dopo essere stato sventrato, imbottito di nuovo come un tacchino e omaggiato di nuovo soffio vitale sotto forma di un imbarazzante Windows in francese - il computer non presenta più Office: la scimmia, evidentemente evoluta in quanto dotata di un insospettato senso morale, non se l'è sentita di installarmi il pacchetto perché non potevo fornirgli la prova di essere in possesso di una regolare licenza d'uso.

Chiunque abbia un qualunque computer cacato da quel nerd di Bill Gates può immaginare quanto sia umiliante scrivere di teoria della traduzione e di raffinate sottigliezze linguistiche su un misero documento WordPad... eppure è quel che mi sono ridotto a fare oggi, in preparazione di una lezioncina che dovrei - o, per usare un fastidioso anglicismo, che sono supposto - tenere domani per gli studentelli di cinese del 3° anno. Naturalmente lo scatolone coi transistor non ha mancato di farmi zompare il cuore in gola ancora una volta quando, appena ieri sera, ha iniziato a comportarsi esattamente come prima del suo trapasso di alcuni giorni orsono... prima di stabilizzarsi e sottopormi un messaggio che si voleva tranquillizzante del tipo "Windows ha risolto un problema grave" e balle varie. Boia deh.

Nel santo dì odierno mi limito dunque a comunicare brevemente ai gentili telespettatori che ancora calco i suoli di questo mondo mortale, ma anche ad invitarli a non fidarsi mai delle macchine traditrici che sembrano ronfare docili sotto i vostri paffuti ditini quando scrivete a quel fesso del vostro moroso una letterina piena di faccine sorridenti, quando cercate in Google gli screenshot (e anche altri tipi di shot) dell'ultimo Seymour Butts, o quando mettete a bagno i piedini nella vaschetta di cinismo che avete sotto gli occhietti. La proditoria macchina fa purr purr purr, ma quando meno ve l'aspettate fa come l'orsetto recchione.

Nella prossima puntata consegnerò agli annali - quelli con una N sola, bien entendu - la narrazione dei giorni del mistero pasquale in cui quel sant'uomo e quella santa donna dei miei vennero in visita pastorale qui ad Aquae Sextiae seguendo la scia di Martini bianco nel cielo e recando doni in quantità. Pax vobis, ma mi accontento anche mihi.

Playlist:

  • Electric Wizard, Dopethrone
  • Down, Nola
  • Eyehategod, Confederacy of Ruined Lives
  • VVAA, Death Proof Soundtrack

1 commento:

Anonimo ha detto...

Carissimo,
Mi sento in dovere di correre in tuo soccorso!
Noi buoni nerd fisici(dediti al comunista vizio di deridere Bill Gates) è anni che usiamo programmi opensource (nonostante siano sempre meno di nostro gradimento in quanto siano diventati “di uso un po’ troppo amichevole”).
Invece di procurarti una versione piratata di office dai un occhio a www.openoffice.org, un clone di office (identico e compatibile almeno fino alla versione 2003).
Un abbraccio virile (ma un poco a posteriori)Ciao !
Paul Lastro