domenica, marzo 09, 2008

2008 Odyssée dans l'espèce a.k.a. The origin of the faeces

Oggi cadono due timide goccerelle di pioggia, dopo la giornata così ensoleillée di ieri, e in strada non c'è un'anima che sia una. Basta un minimo contrattempo atmosferico e tutto lo spirito mediterraneo/ mediterroneo locale va a farsi benedire come il celebre stronzo di cane dell'ispettore Callaghan. Ma torniamo alle cose serie.

La Lonely Planet fa un po' la pipì fuori del vasino quando paragona Aix-en-Provence alla Rive Gauche parigina. Elegante finché vuoi, cara finché vuoi, ma la gentaglia che la infesta è la stessa che trovi in tutto il resto dell'Hexagone. Se mai è peggio. E come potrebbe essere altrimenti, quando la vicinanza di Marsiglia fa di Aix una sorta di gigantesca banlieue, mentre la sprupurziunata popolazione studentesca (almeno 30.000 giovincelli sguinzagliati a caccia di sesso sfrenato e droghe non necessariamente leggere) contribuisce massicciamente a trasformare intere zone della città in un pio albergo per fricchettoni?

Andiamo con ordine. Ai tempi del mio ultimo soggiorno il mio aspetto fanciullesco e genuinamente trascurato, pur senza permettermi sempre di girare tranquillo dans la rue, mi aveva se non altro messo al riparo da accuse di fascistoidismo, evitandomi al contempo di essere considerato un miliardario in libera uscita. I francesi, si sa, vedono fascisti dappertutto, proprio come Berlusconi vede comunisti anche dietro la tendina della doccia. Allo stesso modo immagino che venga considerato naturale che il sottoscritto, di etnotipo caucasico, che non porta i pantaloni tirati giù come uno che si è cagato addosso, che non si avvolge in stracci lerci o strappati o apparentemente trovati negli scarti della Caritas, che deambula con andatura regolare invece di trascinarsi con movenze primatesche, che presenta capigliatura di mezza lunghezza e - c'est l'horreur! - pulita unita a baffo da Aramis invece di dreadlock e barbaccia incolta, venga considerato figlio di papà (e di gran puttana, v. asserita somiglianza con il figlio ventunenne di Sarko), naturalmente fascista e naturalmente pieno di soldi fino a cacarne.

Perché questa lamentosa autocommiserazione? Perché sono stufo di sentirmi chiedere dieci volte al giorno se ho 50 centesimi da randagi a due zampe, spesso e volentieri muniti di capelli rasta e randagi a quattro zampe, entrambi pullulanti di animaletti salterini. Sorvoliamo sul fatto che gli indumenti che una buona metà di questi ringoldoniti porta probabilmente vengono da sciccosissimi negoziacci di moda hip-hop o simili (anche qui a Aix ce ne sono una quantità), e che semmai il miliardario è quello che se li può permettere - ammesso, naturalmente, che non li abbia sgraffignati. Ma il bello è che se io sono confuso in un gruppo di dieci altri tizi, sicuro come un maiale da tartufo, il fricchettone punta me e me soltanto.

A uno di questi mendicanti in erba (...), dallo sguardo particolarmente tetraidrocannabinolico, ho chiesto se davvero era convinto che io avessi soldi da buttare; l'essere in questione, secondo il fenomeno delle risposte parallele ben noto a chi mastica un minimo di psichiatria, mi ha risposto "Ah non so, io non sono di qui". Un'altra volta mi sento chiamare da una macchina parcheggiata da cui sbuca una fanciulla tiratissima, truccatissima e zoccolissima (per capirsi, sembrava appena uscita da uno di quei video in cui qualche negrone bofonchia fregnacce massaggiandosi il pacco, prima di essere anzitempo crivellato di colpi da una gang rivale), che mi chiede la cifra tacitamente pattuita: 50 centesimi, quasi 1000 delle vecchie lire, come si suol dire. Fissandola dritto negli occhi le chiedo, nella mia impeccabile lingua d'oïl, se ho l'aria di uno che le darebbe 50 centesimi. E lei, senza distogliere lo sguardo e masticando fragorosamente una gomma: "Euh... francamente... non so". Ecco, brava, mo' lo sai.

Unica nota positiva, i fricchettoni che ho incrociato finora se non altro non presentavano bonghi, il che è un notevole sollievo per tutti coloro che si sono riconosciuti nel dramma descritto da Elio & Co. nella realistica quanto ormai leggendaria Parco Sempione. Ma temo che sia solo questione di tempo prima che mi capiti di passare inavvertitamente vicino a un parco ed essere investito da uno sgradevole sbatacchiare fuori tempo, accompagnato da roteare di treccine e kefiah destinate a ignorare in aeternum l'esistenza di detergenti e prodotti per l'igiene personale. Ma non senti come suona male da dio? E' un pozzo di bravura!

Comunque, anche se in questo momento mi sto titillando i padiglioni con i Pride & Glory - gruppo innatamente destrorso, sudista, schiavista, reazionario e che non si perderebbe una convention repubblicana per nulla al mondo - sappiate che nel mio piccolo sono un appassionato di hip-hop francese, quindi se vengo sbattuto al muro da una gang posso sempre dire che sono marsigliese dentro e declamare qualche rima ad effetto con il flow giusto, cherche pas, tu sais d'où ça vient, ça vient de la rue. Dopodiché, s'il vous plaît, venite pure a raccogliere i miei miseri resti col cucchiaino.

Tuttavia, tralasciando questi casi limite (...), che dire degli indigeni esponenti del genere maschile? Non me ne voglia il buon Piero, parigino dalla classe indiscussa - vero? - ma a parte che sputano continuamente per terra nell'indifferenza generale, che i bianchi dormono in piedi e i bruniti guardano il culo anche alle novantenni pur di non perdere l'occasione di fare pesanti apprezzamenti a voce (anche se in questo caso i fenomeni di fonazione partecipano più della natura belluina che di quella umana) alta, che sono tutti vestiti uguali (quelle giacchette di pelle finto-usata e le Converse...), che hanno pressoché tutti i capelli fastidiosamente corti senza esservi costretti da calvizie incipiente, che fanno le vasche in macchina sul Cours Mirabeau con lo stereo a palla (etnicamente non siamo poi così diversi), che per un buon numero di italiche pulzelle di mia conoscenza risultano inspiegabilmente affascinanti e che perlopiù - a seconda della gradazione cromatica - oscillano tra la mozzarella del discount e il bonobo, resta ben poco. Ma dov'è finito il Romain Duris-pensiero? Qua più che altro c'è lavoro per Lévi-Strauss... ma soprattutto Darwin avrebbe da spiegarmi più di una cosetta.

E delle francesine locali che dire? Per esempio che è bastata una mezz'oretta in giro per le strade per farmi tornare in mente tutti i motivi per cui mi ingrifano e tutti quelli per cui mi fanno imbufalire. Poche cose sono commoventi come quei nasini all'insù e quei cappottini moulant, in cima ai quali sbucano code di cavallo - ebbene sì, in qualche parte del mondo le ragazze ancora obbediscono al principio confuciano e portano i capelli lunghi come la natura vuole, astenendosi dal menomarsi con nefasti tagli alla maschietta! - e quelle inconfondibili sopracciglia, belle folte e definite senza per questo scivolare nell'ipertricosi... mi sembrano tutte donnissime, sì-sì-sì-sì-sì-sì! Ma chi ha detto poi che la francesina, per essere charmante, deve essere per forza bionda ? Eh no, francesine morette banzai. Ma poi mi dico che quest'onda anomala di altezzosa femminilità va tutta in pasto alle bestie e ai dormiglioni di cui sopra, e mi passa persino la voglia di fare il marpione. Rassegnamoci: del resto non credo che qui merce linda come il sottoscritto sia particolarmente richiesta.

Per fortuna che ci sono i gialli. E le gialle. Nonostante la comprensibile e schiacciante predominanza del tipo sud-est asiatico naturalizzato - magari in altra sede tratterò del problema della fallimentare politica coloniale italiana e delle sue tragiche conseguenze sull'equilibrio sessuale dei nostri concittadini - una consistente fetta della popolazione studentesca è formata da detentori di un passaporto della Repubblica Popolare. A guisa di segugio ho già individuato il loro luogo di aggregazione: trattasi del discount tipo Lidl in cui a suo tempo si andava qualche volta a fare la spesa e in cui sono tornato recentemente a comprare la pasta Panzani (ma state sereni, c'è anche la Zara), le cui corsie pullulano di discendenti dell'Imperatore Giallo. E' solo questione di tempo prima che venga ristabilito l'asse Venezia-Pechino, colonna portante del nuovo ordine mondiale.

我们一定要解放台湾。

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