lunedì, maggio 07, 2007

Gli occhioni sbarrati e la nemesi storica

Alcuni giorni orsono mi sono concesso una pausa dallo studio matto e disperatissimo, o asserito tale, per riassaporare brandelli di un’infanzia e un’innocenza ormai perdute.
L’occasione mi è stata offerta dalla
visita a Venezia del Maestro Nagai Gō 永井豪, storico mangaka e creatore della sacra trimurti Jeeg-Mazinga-Goldrake, nonché di un’infinità di altri personaggini di carta e inchiostro dagli occhioni sbarrati. Nel mio personale pantheon di manga e anime Egli siede alla destra di Tezuka Osamu 手塚治虫 e Miyazaki Hayao 宮崎駿.

Potevo forse lasciarmi sfuggire l’opportunità di vedere da vicino colui che ha animato – mai termine fu più adatto – i pomeriggi di un bambino incline al romitaggio e già rivolto a Oriente, nonostante la ferrea disapprovazione di una madre che, come ancor oggi ama ribadire, era stata educata sui classici? Ah, la nemesi storica… anni e anni dopo, fedele a quell’infantile intuizione, mi sono messo idealmente in viaggio verso il Mar Giallo, ancorché mi sia fermato ai limiti del continente e non ne abbia mai intrapreso la traversata, forse frenato dall’odio ancestrale e ambiguo che oppone i musi gialli sulle due sponde del pelago.

Eppure, da convinto sostenitore della sintesi delle due facce del giallo quale ero e sono, sentivo che una fiammella d’amore e curiosità per quanto ha prodotto il Sol Levante baluginava ancora. Dopo i cartoni animati, voracemente visionati sulle più ignobili tv locali a ogni ora del giorno, ecco la scoperta dei loro corrispettivi cartacei, poi ancora il cinema malato e morboso, le leggiadre scoiattoline dagli occhi a mandorla e dai dentini storti, e così via fino ad arrivare alle nuove frontiere della depravazione, ai massimi vertici espressivi dell’universo nipponico: hentai tentacolari, bondage e bukkake.

Così, nella semioscurità della sala, il Maestro Nagai ha concesso ancora una volta il satori, svelando retroscena inquietanti e inimmaginabili al tempo della mia vita di fanciullo, raccontando beffardo del Maligno e della sua corte di demoni, e infine ventilando l’ipotesi di un intervento di Mazinga in persona per risolvere il millenario problema dell’acqua alta a Venezia. Era un piacere sentire i miei colleghi rivolgersi a lui con timore reverenziale chiamandolo "Maestro".

Ed è stato un piacere altrettanto sopraffino scoprire che il mio status di dottorando presso la regia Università Ca' Foscari comporta una serie di inaspettati privilegi, tanto che ogni giorno ne scopro di nuovi: non ultimo, il posto riservato alla conferenza del Maestro. E come disse un illustre luminare alla mia richiesta di delucidazioni sui vantaggi del fare capolino nel mondo accademico, "Denaro no, ma donne sicuramente".
Igo, igo, igo!

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